www.fico.it
16 Aprile 2014

Un aprés-midi a Bruxelles

Di Redazione

Uno sguardo intimo sulla città più internazionale d’Europa

DownloadedFile-1

Di Giusy Cerospo – Parto per Bruxelles armata di ombrello e impermeabile, sicura di essere accolta dal solito cielo grigio che normalmente carezza i palazzi e le strade di questa città. Invece al mio arrivo ecco un regalo: il sole pennella una mattina brillante e colorata che sa ancora di primavera e che si fa beffa dell’autunno ormai inoltrato. La prima sensazione che provo girando per le strade è di trovarmi in una città effervescente, in costante movimento: tutti sembrano andare di fretta ma è una fretta fisiologica, senza stress. La gente passa svelta a piedi o in bicicletta, auricolare all’orecchio, ventiquattrore in mano o sul manubrio, giacca sottobraccio e cravatta svolazzante. Tutti animati da una disinvolta eleganza. E’ una città giovane e multietnica e la mescolanza di lingue che intercetto per le vie le dà una personalità tutta sua, che mi fa sentire al centro del mondo.  Appena fuori dal mio hotel mi dirigo verso La Grand Place, cercando di orientarmi con le vaghe indicazioni sbirciate in internet. Subito un giovane molto gentile, e per la verità dall’aspetto niente male, mi dà il benvenuto offrendosi di accompagnarmi fin là, cogliendo evidentemente la mia aria un po’ spaesata e incuriosita da tutto. In pochi minuti, tra quattro chiacchiere in un improvvisato franglish davvero divertente, sbocchiamo nella Grand Place che, complice il bel tempo, mi appare particolarmente ridente. Il bel giovane perde invece il sorriso e mi saluta un po’ deluso quando gli rispondo che non sono sola a Bruxelles, no, mi aspetta mon copain all’hotel. La Place mi ricorda le tipiche grandi piazze delle vecchie città europee. Come in un collage di film diversi rivedo Monaco, Vienna, Dresda, Amburgo e Bruges, fiabesco borgo medievale non lontano da qui. Il cielo luminoso trasforma la piazza in una festa e la storia dei suoi severi palazzi dai pennacchi dorati si mescola alla vivacità leggera dei bistrot, delle birrerie e dei ristorantini, da dove un miscuglio tentatore di profumi caramellosi rischia di farmi ingrassare semplicemente stuzzicandomi le narici.  Giusto il tempo di scattare qualche foto e mi rimetto in cammino, questa volta senza guida, e in silenzio mi gusto le voci e gli odori della città. Sembra tutto in miniatura fuori dalla Grand Place: un diramarsi di stradine in pavé consumato dagli anni, incorniciate da tanti piccoli negozi che offrono fieri prodotti belgi di ogni tipo. Ma è soprattutto un susseguirsi di chocolaterie che espongono in vetrina delizie di cioccolato di infinite forme e colori, come fossero gioielli rubati ai tesori di qualche bella principessa.  Passato e presente si fondono proprio come il cioccolato a Bruxelles e il contrasto tra la solennità dell’Hotel de Ville, della Maison du Roi con i grattacieli moderni sempre più proiettati verso l’alto mi trasporta in pochi attimi qua e là nella storia.  Non ho tempo per cedere alla gola delle chocolaterie. Prima di rientrare in hotel devio svelta verso il Parlamento Europeo e mi rendo conto che anche l’aspetto della città, e non solo quello della sua gente, è in movimento. In un mondo che in questo momento sembra paralizzato e tormentato dalla sfiducia mi sorprende trovarmi in mezzo a enormi cantieri che preannunciano la nascita di edifici futuristici da capogiro, la cui imponenza sarà ingentilita dalla leggerezza delle forme e dei rivestimenti. La sede del Parlamento Europeo è lo specchio perfetto in cui si riflette l’altra faccia di Bruxelles, quella moderna, tutta vetri e trasparenze, che allaccia la storia di un Paese al futuro di una Comunità di Paesi. Ma il mio presente mi dice che è tardi. Affretto il passo e la stanchezza vola via al pensiero di cenare con un amico inglese che lavora qui e che non vedo da tempo. Mr. Bill è un vero gentleman, alla cui finezza anglosassone si sposa uno spirito vivace che lo rende irresistibile e ancora affascinante nonostante la sua non più giovane età. L’appuntamento è in un ristorante italiano, “Cose così”, che di italiano in realtà ha solo il simpatico nome. Per raggiungerlo occorre attraversare un quartiere africano: tutto è nero qui, i negozi che vendono frutta e verdura esotiche, i profumi delle spezie che si mescolano nell’aria, la musica che aleggia fuori dai locali e la gente che ci saluta con un sorriso buono come solo loro hanno. E’ un quartiere pacifico, che invita a passeggiare tranquillamente fino a tarda notte, dando l’illusione, clima permettendo, di trovarsi davvero in un angolo d’Africa. Anche il ristorante sa di tropici: luci basse che ricordano il tramonto della savana, tavoli di legno ravvivati da tremolanti candele, scudi e maschere dipinte alle pareti, tamburi che diffondono nella sala un soffuso ritmo tribale e uno chef del Togo che ci accoglie con un sorriso bianchissimo, come il grembiule che indossa. Davanti a una bottiglia di Chardonnay gelata gustiamo un trancio di tonno rosso appena scottato, alto come una mattonella ma tenero come una sfoglia, profumato di rucola e pomodorini, che sanno davvero di Italia.  La cena scivola via tra i racconti affascinanti del mio commensale giramondo, che fa viaggiare anche me a bordo delle sue parole. E’ sempre un piacere stare ad ascoltarlo. All’improvviso però mi rendo conto che c’è qualcosa di diverso in lui. Bill non scappa più fuori dal ristorante, ogni dieci minuti, per fumare una sigaretta in libertà. Ecco cosa c’è di nuovo: ha finalmente smesso di fumare! E brindando alla notizia con l’ultimo bicchiere di vino Bill mi confessa di essere io l’inconsapevole artefice della sua sofferta conversione. Una mia ingenua e-mail indirizzata a lui tempo fa terminava con “… and please Bill, don’t smoke too much!”, un affettuoso invito, insomma, a non fumare troppo. Sapevo che sua moglie era all’oscuro del suo vizio ma non immaginavo che lei avesse libero accesso alla sua posta elettronica. Così da quel giorno, svelato rovinosamente il suo segreto, Bill ha dovuto promettere alla sua signora che non avrebbe più toccato una sigaretta. Promessa che ha coraggiosamente mantenuto! In verità non so se scusarmi o se scoppiare a ridere immaginando la tragicomica situazione. Ma l’imbarazzo svanisce di fronte all’unica cosa importante, e cioè che Bill non è più schiavo del fumo. Una sola cortesia mi domanda, alla fine della nostra piacevolissima cena, coccolando tra le mani un bicchiere di Chivas: “Please, Paola, don’t send me any e-mail asking me not to drink too much whiskey!!!” (per favore, Paola, non mandarmi e-mail in cui mi chiedi di non bere troppo whiskey!). Finisce così, con una risata, un abbraccio e una promessa di rivederci presto, il simpatico appuntamento con Bill. La notte è ormai inoltrata e ci avviamo, in direzione opposta, ciascuno  verso il proprio hotel, accompagnati dalle tenui  luci dei caratteristici lampioni cittadini. Mentre cammino ripenso al pomeriggio  trascorso: un pomeriggio pieno di inaspettate sensazioni per quella che doveva essere una semplice  e rapida tappa, prima di raggiungere Parigi. Mi trovo invece a rivivere con piacere una estemporanea passeggiata nell’effervescente centro della città, con il suo disarmante senso di giovinezza, l’armonica convivenza di modernità e antichità e le sue dolci tentazioni al cioccolato. Insomma, mezza giornata di un’inattesa full-immersion emotiva. Guardo il cielo e mi accorgo che Bruxelles mi sta regalando anche una magnifica notte stellata foriera di un’altra generosa giornata di sole.  Domattina,  dunque, proseguirò  per Parigi. Mi attendono la Ville Lumiere, Pigalle, gli Champs-Elysées, il Louvre ma forse semplicemente camminerò senza meta precisa per i trottoirs,  per provare anche lì l’emozione di sentirmi  parisienne per un giorno come, per un après-midi,  mi sono  sentita  una “citadine” di Bruxelles.

Gli Appuntamenti

Categorie

Categorie

Terra

Equilibrio fra la natura più vera e le meraviglie dell’uomo.

Lifestyle

Tendenze, idee, amicizia e passioni per colorare la vita.

Gusto

Qualità della vita in punta di lingua.

Intervista

Sapienza, esperienza, passione, carisma.

Eco & Smart

Sostenibilità del buon vivere e tecnologia per lo sviluppo.

L’ultimo numero

Sfoglia

Sfoglia l’ultimo numero online cliccando sulla copertina

E' possibile consultare o richiedere gli arretrati cliccando sulla copertina desiderata