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11 Marzo 2019

Andrea del Verrocchio in mostra per la prima volta in Italia, per celebrare il Rinascimento Italiano e Leonardo da Vinci.

Di Redazione

foto da utilizzare solo per mostra a Firenze, a Palazzo Strozzi e Bargello

GIAN LUIGI ZUCCHINI   –   “Sembra impossibile, ma fino ad oggi in tutto il mondo non è mai stata dedicata una mostra ad Andrea del Verrocchio”, scrive –  ad introduzione del catalogo –  Umberto Tombari, presidente della Fondazione CR di Firenze  Più che altro, l’artista è conosciuto dal pubblico generico per il dipinto “Il battesimo di Cristo” (1468 – 1478 circa), perché uno dei due angeli a sinistra fu dipinto da Leonardo da Vinci. Ma, nella mostra inauguratasi pochi giorni fa a Firenze, l’occhio scorre poi su gran parte delle opere di pittura e scultura, che questo artista, ed altri con lui, hanno lasciato, soprattutto a Firenze, in quel periodo in cui l’Italia, nel pieno Rinascimento, era la capitale del mondo artistico, eccellendo per opere di eccezionale bellezza.

Andrea del Verrocchio, (Firenze,1435 circa – Venezia 1488), cominciò giovanissimo la sua attività artistica, ricevendo commissioni importanti che lo fecero conoscere ed apprezzare non soltanto a Firenze; alla sua bottega afferirono perciò molti giovani, alcuni dei quali divennero a loro volta maestri di grande valore, di cui in mostra sono offerti esempi, in dialogo e confronto , per sottolineare l’importanza che ebbe l’artista nell’evoluzione dell’arte italiana, fino al più tardo Rinascimento e successivamente anche nel Cinquecento. Tra tutti è necessario ricordare Leonardo da Vinci, che frequentò da allievo la sua bottega, , e del quale possiamo vedere ben sette sue opere, tra cui una armoniosa Madonna con Bambino modellata in creta, ed alcune altre mai esposte in Italia: poi ulteriori lavori di artisti che pure furono discepoli e collaboratori del maestro fiorentino, come Desiderio da Settignano, Domenico del Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Bartolomeo della Gatta Lorenzo da Credi, in un crescendo di bellezza, armonia, compostezza formale e sobrietà compositiva che non lascia respiro. E al termine del percorso occorre davvero fermarsi un poco, per raccogliere in sintesi l’essenza di una preziosità di immagini, che non restano soltanto tali ma alludono o addirittura esprimono valori e ideali di elevatezza sublime.

La mostra è allestita a Palazzo Strozzi, sede della Fondazione omonima, assai benemerita per le numerose mostre organizzate in questi ultimi anni, con grande afflusso di visitatori: mostre sempre di altissima qualità, presentate col massimo decoro e corredate di cartigli che sintetizzano i contenuti delle varie sale e da schede che, in breve e con linguaggio semplice ed immediato, commentano singolarmente tutte le opere.  Peraltro questa mostra, come del resto le molte altre allestite a Palazzo Strozzi, può essere vista da un pubblico anche non particolarmente informato sull’arte rinascimentale, per apprezzare la quale, del resto, basta anche soltanto osservare in silenzio la preziosità del lavoro eseguito sul marmo di alcuni busti, come per esempio quelli perfetti di Desiderio da Settignano o Mino da Fiesole, e su alcune delle Madonne del Varrocchio, del Pintoricchio o del Ghirlandaio.

L’esposizione prosegue poi al Museo del Bargello, dove in due salette sono esposti alcuni altri capolavori, per un confronto critico tra lo stesso Verrocchio ed altri artisti del tempo, e dove si possono ammirare, nello splendore del bronzo accuratamente ripulito, le due figure che formano la composizione denominata ‘L’incredulità di San Tommaso’: la luce, che  si muove lungo i panneggi, l’espressione dei volti, il gioco fastoso delle ombre che ammorbidiscono il metallo, fanno di quest’opera un  capolavoro assoluto, che qui si può vedere in dettaglio e con calma, sottratta allo smog e al degrado ambientale dalla nicchia esterna di Orsanmichele dove si trovava, e sostituita opportunamente con una copia, mentre l’originale, che possiamo vedere in mostra, è conservato nel museo dello stesso Orsanmichele.

Un ultimo cenno occorre ancora fare per il catalogo Marsilio, curato da Francesco Cagliotti e Andrea De Marchi, tra i massimi esperti dell’opera del Verrocchio, sia per i contributi di studio che per le schede delle varie opere, diverse delle quali affidate a giovani studiosi del rinascimento italiano.

VERROCCHIO, IL MAESTRO DI LEONARDO, Firenze, Palazzo Strozzi e Museo del Bargello, fino al 14 luglio.

Catalogo Marsilio, pagg. 353, riccamente illustrato.

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