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17 Giugno 2018

Ars Vincit Omnia

Di Redazione

Crocifisso 1170 ca, Cattedrale di Sant’Evasio, Casale MonferratoTRE MOSTRE DI GRANDE RESPIRO, SFIDA VINCENTE AL SISMA CHE COLPÌ UMBRIA E MARCHE

(a cura di Gian Luigi Zucchini)   –   A guidare lo straordinario progetto espositivo Milleduecento. Civiltà figurativa tra Umbria emarche al tramonto del Romanico è la certezza che le opere d’arte rappresentino un contributo insostituibile alla formazione di una civiltà, che a sua volta si esprime attraverso le loro forme. La civiltà di questi territori si racconta anche attraverso la qualità del suo patrimonio, soprattutto medievale. Si parte dal Cristo trionfante, rappresentato vivo sulla croce e vittorioso sulla morte, immagine centrale e paradigmatica di una cultura che proprio esaltando questa iconografia persegue un suo rinnovamento della forma. Crocifissi monumentali e Madonne in trono col Bambino dialogano con tavole dipinte e oreficerie per ricomporre un tessuto dinamico e sorprendente.

La mostra, curata da Fulvio Cervini, richiama nel titolo The Year 1200: una rassegna vasta e

memorabile, che nel 1970, al Metropolitan Museum di New York, pose il tema del grande linguaggio aulico che attraversa ampie contrade dell’Europa occidentale a cavallo tra i due secoli; ma rammenta anche, non solo per assonanza, Duecento. Forme e colori del Medioevo a Bologna, l’importante mostra bolognese del 2000, peraltro incentrata in misura larga sulla pittura; e ancora analoghe e più recenti riflessioni maturate in terra francese, come la mostra Una renaissance. L’art entre Flandre et Champagne, 1150-1250 (Saint Omer e Parigi, 2013),  molto orientata sulle arti preziose.

Certamente la mostra di Matelica non vuole rivaleggiare con queste iniziative ma, come queste, tende a percorrere una via maestra degli studi medievistici internazionali, ed è frutto di ricerche che i promotori da tempo hanno intrapreso.

La novità della proposta consiste nel fatto che il caso umbro e marchigiano non è mai stato, finora, messo adeguatamente a fuoco in questa prospettiva, né tanto meno attraverso una mostra: e a maggior ragione in un Paese come il nostro, dove le esposizioni d’arte medievale sono complessivamente piuttosto rare. Il grande serbatoio di questa mostra, che è il territorio, è rappresentato da molte opere di non facile accesso perché provenienti da edifici lesionati, ovvero conservate in depositi chiusi al pubblico.

Il percorso espositivo si sviluppa intorno a cinque nuclei tematici: il primo, Un crocifisso modello, presenta il crocifisso di Matelica come testimone d’eccellenza di una tipologia molto ben rappresentata nelle Marche nell’autunno del XII secolo: vi si affiancheranno, tra gli altri,  gli esemplari di Ancona e del duomo di Camerino, come pure i crocifissi del Museo di Sant’Agostino a Genova e della collezione Salini.

Il secondo nucleo, Sculture come oreficerie e oreficerie come sculture, punta invece a mettere in luce gli incroci fra le arti all’insegna della preziosità, reale o simulata, dei manufatti; I crocifissi di Arezzo e di Certaldo vengono messi a confronto con le piccole croci bronzee di Cortona e di Fabriano, con la spettacolare croce del Tesoro di San Francesco ad Assisi, e con il formidabile piatto di legatura, smaltato a Limoges.

La terza sezione, Pittura a tre dimensioni, si apre con il singolare crocifisso di Arquata del Tronto, che si dichiara a tutti gli effetti come una pittura a rilievo: le intersezioni tra scultura e pittura sono evidenziate dalla croce di Petrus, proveniente da San Salvatore a Campi di Norcia, dalle Madonne troneggianti di Cesi, Castelli, Foligno e l’Aquila, dal frammento di Brera e dalle tavole del Museo Nazionale dell’Aquila e di Santa Maria in Via a Camerino.

Questo nucleo confluisce direttamente nel successivo, che si propone di intitolare Un nuovo

senso della natura nell’incontro fra le arti. Qui si intende mostrare come l’osmosi tra pittura, scultura e arti generi un rinnovato senso della realtà che ispira una rivoluzione formale tra le più alte e decisive della civiltà occidentale.

L’ultima, piccola sezione, Sculture in miniatura, torna al mondo delle arti suntuarie per mettere in risalto altre e succose interferenze: le arti del metallo ispirano formule che pittura e scultura traducono nella scala grande, ma a loro volta riprendono nel minimo formato certe soluzioni statuarie. Lo provano alcuni turiboli, provenienti da Cortona, Arezzo e Firenze e una significativa selezione di matrici per sigilli umbri e marchigiani del Duecento.

Con l’iniziativa Mostrare le Marche, da Loreto a Macerata, da Ascoli Piceno a Fermo e Matelica, si è creata così una via dell’arte che ha portato all’attenzione del pubblico la vastità e la preziosità del patrimonio storico-artistico della regione. Il coupon promozionale (scaricabile da eventi.turismo.marche.it), consente di usufruire di uno sconto per visitare le mostre ancora aperte:

– Cola dell’Amatrice. Da Pinturicchio a Raffaello ad Ascoli Piceno, fino al 15 di luglio;

– Il Quattrocento a Fermo. Tradizione e avanguardie da Nicola di Ulisse a Carlo   

  Crivelli, a Fermo fino al 2 di settembre;

– Milleduecento. Civiltà figurativa tra Umbria e Marche al tramonto del Romanico, aperta a Matelica da pochi giorni, fino al 4 novembre

MILLEDUECENTO.

CIVILTÀ FIGURATIVA TRA UMBRIA E MARCHE AL TRAMONTO DEL ROMANICO

Matelica (MC), Museo Piersanti, fino al 4 novembre 2018

Orari Mostra: da martedì a domenica, dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00

Biglietteria: -Intero mostra 8,00 € – Ridotto mostra 6,00 €

Ridotto mostra con coupon sconto progetto Mostrare le Marche 6,00 €

(scaricabile da eventi.turismo.marche.it)

Info, prenotazioni visite e attività didattiche: tel 0737 84445 museopiersantimatelica@virgilio.it

Catalogo: Silvana Editoriale

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