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23 Aprile 2014

Capitale Umano nell’Industria

Di Redazione

Al Mast di Bologna, la nuova mostra fotografica

Scan 141130000Gian Luigi Zucchini – Un’occhiata in giro, e ci accorgiamo subito che le mostre di fotografia ormai stanno addirittura superando quelle d’arte. Più facile, si dirà. Mica vero. L’evoluzione della fotografia ha subito, nel tempo, un processo così rapido e rivoluzionario, per cui l’aspetto artistico prevale ormai sul contenuto; ed anche i dilettanti cercano di inquadrare le proprie riprese con un occhio diverso, cogliendo magari particolari insignificanti, scorci di luci e angoli d’ombra remoti, che contribuiscono a valorizzare un luogo, una persona, una via, un palazzo, ecc. Ma non è semplice: occorre intuito creativo, occhio esperto e capacità di saper cogliere momenti spesso irripetibili di attimi fuggenti.Al MAST di Bologna si è aperta ora una notevole mostra fotografica, che cerca di esplorare, attraverso l’immagine, non il consueto paesaggio ma il mondo del lavoro, l’irrompere dell’industrializzazione, e soprattutto l’uomo e la sua collocazione in una realtà di grandi mutamenti, ed anche di sofferenze, di emarginazione, di lotta. Ma, prima di entrare nel merito della mostra, occorre presentare in breve il Mast e la sua funzione. Mast significa Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia (Arts, Experience and Technology). Si trova a Bologna, in via Speranza n. 42 (www.fotografiaeuropea.it). È una struttura di grande suggestione, modernissima ed assai funzionale, esempio di equilibrata architettura contemporanea, dove gli spazi si armonizzano con la funzione degli ambienti. È dotata di ristorante aziendale per i dipendenti, di asilo nido per i bambini degli stessi, aperto però anche alla città, così come la attrezzatissima palestra. Nella sede si tengono corsi di studio e perfezionamento sulla meccanica industriale, lezioni ai ragazzi ed agli studenti universitari su tali questioni, convegni. Tutto ciò è fatto per le esigenze di sviluppo sociale ed economico, ma coinvolge necessariamente l’uomo. Ed ecco che le industrie più sensibili affinano via via l’attenzione sul ‘capitale umano’, cercando di offrire a chi lavora nel settore un ambiente sempre più accogliente e sensibile alle varie e diverse istanze umane. Non solo bisogni fisici (pulizia, ordine, luce, temperature adeguate alle stagioni, pasti, ecc.), ma anche intellettuali ed estetici. La fotografia entra quindi in un primo momento come documento e testimonianza di situazioni di vita e soprattutto di disagio nel lavoro, poi sempre più qualificandosi come componente significativa di un modo di sollecitare l’attenzione di chi opera nel settore per rendere visivamente gradevole anche l’apparentemente sterile materia meccanizzata, gli ingranaggi, gli attrezzi di lavoro. Operando su questi aspetti in modo inventivo, si può creare anche arte, con una proiezione, in tal modo, nelle esperienze più avanzate dell’arte contemporanea, dai collage di immagini ad installazioni, da figure di protagonisti del lavoro (operai, direttori d’azienda, industriali, ingegneri meccanici, tecnici di laboratorio, ecc.) a momenti del lavoro ripresi con occhio particolarmente attento, in modo che la fotografia, più che documento, diventa espressione dell’abilità dell’occhio che sa guardare da una determinata angolazione piuttosto che da un’altra, ottenendo risultati non solo visivamente gradevoli, ma anche di comunicazione e di espressione.Nella mostra allestita in questi splendidi locali bolognesi abbiamo così potuto vedere fotografie (anche in originale) dei primordi dell’era industriale, fino alle più moderne elaborazioni artistiche dell’immagine ed ai funzionalissimi locali per le riunioni e le assemblee organizzative. Passano, nella mostra, figure di operai intenti al lavoro, minatori, fonditori, costruttori di dighe e di strade, manovali, tessili, fino alle immagini dei più raffinati lavori di microtecnologia. Il tutto per valorizzare, anche attraverso l’immagine, il “capitale umano nell’industria”, come recita appunto il titolo della mostra, che espone 200 fotografie tra opere su commissione, fotografie documentarie e scatti d’artista, tutte facenti parte della Fondazione MAST.

La mostra resterà aperta fino al 23 agosto. In concomitanza, dal 2 maggio al 15 giugno è aperta a Reggio Emilia, presso i Chiostri di San Pietro, la mostra di Erich Lessing intitolata “Il lavoro e i lavoratori dopo la guerra” , nell’ambito dell’esposizione sulla fotografia europea; e, sempre a Reggio Emilia, nei Chiostri di San Pietro, si terrà, dal 2 maggio al 28 luglio, la mostra “Pensare per immagini – Icone paesaggi architetture”  del fotografo Luigi Ghirri, prematuramente scomparso alcuni anni fa, uno dei più significativi ed importanti autori italiani d’immagini fotografiche dei nostri tempi.

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