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17 Ottobre 2016

Grande ressa di Macchiaioli e Impressionisti nell’attuale stagione mostre

Di Redazione

cada245cf9fba02061a32186997047ec_lGIAN LUIGI ZUCCHINI – Dal rifiuto all’enfasi celebrativa: è quanto succede alla pittura macchiaiola e impressionista. Dapprima rifiutate dal pubblico e ironizzate dalla critica, le opere di questi pittori ora vengono apprezzate anche in modo esagerato, soprattutto dal mercato, che ora è l’indice direi unico con cui il pubblico valuta l’arte. Grandissimo errore, sia nel primo caso che nel secondo. I macchiaioli furono pittori interessanti, alcuni anche geniali, ed aprirono una stagione nuova in Italia. In Francia similmente si sviluppava la ricerca di un gruppo di giovani, dapprima a Barbizon, un piccolo villaggio nei pressi di Fontainbleau, poi nella stessa Parigi e oltre. Gli uni e gli altri furono scherniti da critici poco intelligenti e abbastanza ottusi, che non accettavano il nuovo a priori; e furono definiti con appellativi che si supponevano offensivi, e che invece diventarono poi la denominazione ufficiale di questi movimenti artistici: macchiaioli e impressionisti, che sono, in conclusione, una cosa sola: ricerca del vero, della luce, della realtà delle cose, anche piccole e insignificanti. Pittura piccolo borghese fu definita quella macchiaiola, pittura confusamente naturalistica quella impressionista. Ma ora gli stessi francesi riconoscono che i macchiaioli sono impressionisti, però italiani. E una mostra a Parigi, allestita nel 2013 al Museo dell’Orangerie (“I Macchiaioli 1850 – 1877. Sono Impressionisti italiani?”) volle dimostrare proprio questo, prendendo le distante, anche in modo piuttosto critico, dalle posizioni di Roberto Longhi, che metteva nel sottoscala la pittura della macchia per esaltare quella impressionista.

Ora invece le esposizioni delle opere di questi artisti sono diventate quasi consuetudine, anzi: si moltiplicano le mostre, in Italia e anche all’estero, perfino in America, con grandi successi di critica e di pubblico (per non dire del mercato). Ed ecco ora in Italia un moltiplicarsi di manifestazioni e di mostre, che però piacciono sempre, e richiamano folto pubblico ovunque. Insomma, con macchiaioli e soprattutto impressionisti si va sul sicuro. Ed ecco mostre di buon livello e di splendide visioni, tra paesaggi, figure, scene di vita quotidiana, salotti, chiacchiere al caffè, teatri e  giardini, contadine al lavoro, polli, cavalli, buoi, marine, facchini e operai che trasportano carbone o tagliano boschi.

Segnaliamo quelle ora aperte o di immediata apertura:

–  A Viareggio, presso il Centro Matteucci per l’Arte Moderna (che si occupa con mostre e studi appunto del periodo della macchia, con espansioni pre e post), una bella rassegna tra Otto e primo Novecento, con opere di alcuni dei principali esponenti macchiaioli, come Fattori, De Nittis, Lega, Cabianca, Signorini, Sernesi, Abbati, fino a Zandomeneghi e Boldini, e ad altri meno noti ma di notevole spessore, come per esempio Oscar Ghiglia.

–  A Padova, è in corso una grande mostra su Zandomeneghi, artista di figure soprattutto femminili, molto impressionista ed abilissimo nel ritrarre scene di vita parigina, celebre anche per i suoi pastelli, che connotano le figure con timbri soffici in atmosfere di indefinita leggerezza.

–  A Treviso è annunciata a breve la grande mostra “Storie dell’impressionismo”, con oltre 150 capolavori degli artisti più noti e più amati dal pubblico, come Monet, Pissarro, Manet, Sisley, Renoir, Cezanne, Van Gogh, Gauguin, Toulouse-Lautrec e molti altri, di grande impatto visivo e di eccezionali luminosità cromatiche. Questa mostra segna il ritorno di Marco Goldin sul palcoscenico delle grandi mostre, in una nuova ed ampia sede costruita appositamente a Treviso per ospitare eventi di notevole spessore artistico e culturale.

–  A Milano una mostra a tema: “Anima bianca. La neve da De Nittis a Morbelli”, con opere di Segantini, Boldini, Signorini, Induno, Longoni, ecc.

Infine, due mostre che presentano eventi del post-impressionismo:

  • – l’una a Rovigo, in Palazzo Roverella, dove si espongono opere dei Nabis (Maurice Denis,

Bonnard, ecc.) ed altre che  dimostrano l’influsso di questi artisti sulla pittura italiana;

–  l’altra a Torino, Palazzo Chiablese, su “Toulouse.Lautrec e la Belle Époque”, con 170 opere dello stesso artista e lo sviluppo di un’arte che cercò di rappresentare il costume, le abitudini, la cultura di un periodo e di una società definita poi Belle Époque.

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Il tempo di Signorini e di De Nittis – L’OTTOCENTO APERTO AL MONDO nelle collezioni Borgiotti e Piceni, Viareggio, Fondazione Matteucci per l’Arte Moderna, fino al 26 febbraio.

Catalogo Centro Matteucci

Info: 0584 430614  –  www.centromatteucciartemoderna.it

La mostra si trasferirà poi a Torino, Spazio Ersel, dal 16 marzo al 30 aprile 2017

– L’Impressionismo di Zandomeneghi, Padova, Palazzo Zabarella, fino al 29 gennaio 2017.

Catalogo Marsilio

Info e prenotazioni: tel.  049 8753100  –  www.palazzozabarella.it  –  info@palazzozabarella.it

– I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia, Rovigo, Palazzo Roverella, fino al 17 gennaio 2017.

Catalogo Marsilio.

Informazioni: tel. 0425 460093  –  3460701983  –  info@palazzoroverella.com

– Storie dell’Impressionismo, Treviso, Museo di Santa Caterina, Piazzetta Mario Botter, 1, dal 29 ottobre al 17 aprile.

Catalogo Linea d’ombra

Call Center  0422 429999

– Anima bianca. La neve da De Nittis a Morbelli, Milano, GaMManzoni, (v. Manzoni, 45), fino 29 febbraio,.

Catalogo GaMManzoni edizioni

Informazioni: 02 62695107  –  info@programmazioni.com  –  www.gammanzoni.com

– Toulouse-Lautrec. La Belle Époque, Torino, Palazzo Chiablese (p.zza San Giovanni, 2), dal 21 ottobre fino al 5 marzo.

Catalogo Skira

Informazioni:  tel. 0115220403 – www.museireali.beniculturali.it

 

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