di Martina Vacca – 
Si è da poco conclusa presso il Palazzo del Monte di Pietà di Forlì, la mostra stravagante dal titolo “La biblioteca immaginaria di Rabelais”, dedicata ad uno dei grandi intellettuali del Rinascimento francese.
Connotata da un’esuberanza linguistica e da testi comici dettagliati da descrizioni minuziose, la bibliografia di François Rabelais racchiude opere a limite della genialità e dominate dalla fantasia. L’autore narrò in cinque libri le gesta di Pantagruèle, figlio del gigante Gargantua, ambientandone le vicissitudini nella Francia del XVI secolo.
In particolare, in uno dei cinque volumi, Rabelais si ispira alla biblioteca di Saint Victor per redigere una sorta di catalogo bibliografico burlesco in cui ironizza sulle scienze teologiche, religiose, sulla scuola, inventando titoli immaginari, ispirato dal desiderio di vedere e toccare i titoli stessi.
“La biblioteca immaginaria di Rabelais”è un’esposizione nata dallo spunto creativo della “materialità” donata a questi titoli, alla quale hanno preso parte artisti italiani e stranieri. Gli oggetti prendono vita dai libri stessi all’interno della mostra e ricostruiscono parte della biblioteca con forme e dimensioni diverse, incarnando un innato desiderio di contestazione verso la serietà e il conformismo manifestato da chi mira al potere o chi ne è detentore.
Nel 2003 la mostra è stata ospitata nella Maison de la Devinière a Chinon, in Francia, oggi divenuta Museo Rabelais e successivamente in Alasazia. Nel 2004 è approdata in Italia al Museo dell’Illustrazione di Ferrara, alla Fiera del Libro di Torino, al Festival della Filosofia di Mantova nel 2007, passando per altre importanti sedi, fino ad arrivare oggi a Forlì.
