a cura di Giandomenico Romanelli – Conegliano, Palazzo Sarcinelli, 7 marzo – 28 giugno 2015
Dopo la grande mostra del 1963 a Palazzo Ducale a Venezia, il felice ritorno dell’ultimo sorprendente Carpaccio e la scoperta del figlio Benedetto.
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, promossa dal Comune di Conegliano e da Civita Tre Venezie, con la partecipazione della Regione Veneto, e con il patrocinio della Provincia di Treviso, la mostra è il secondo appuntamento del ciclo progettato da Giandomenico Romanelli a Palazzo Sarcinelli. La volontà del curatore e del comitato promotore di cui fanno parte Luca Caburlotto, Giovanna Damiani, Augusto Gentili e Marica Mercalli, è quella di indagare e illustrare gli ultimi dieci anni di attività di Vittòre Carpaccio (dal 1515 al 1525 ca.), considerato il più grande narratore, e vedutista ante-litteram della pittura veneziana, anni che sono segnati da un’ importante svolta nella sua poetica.
In mostra capolavori di grandissima qualità e originalità, dipinti celebri da ritrovare come il San Giorgio che lotta con il drago di San Giorgio Maggiore, la Pala di Pirano, il Polittico da Pozzale del Cadore, o la particolarissima Entrata del podestà Contarini a Capodistria che, nella prospettiva adottata, consente allo spettatore un insolito e realistico sguardo sulla città; opere da riscoprire come le clamorose Portelle d’organo dal Duomo di Capodistria o il bellissimo Trittico di Santa Fosca ricomposto per la prima volta dopo cinquant’anni, in collaborazione con Permasteelisa Group, da Zagabria, Venezia e Bergamo in occasione della mostra; e ancora dipinti da scoprire, di fatto mai visti, come la novità assoluta del Padre eterno tra i cherubini da Sirtori, (Lecco). Circa cinquanta opere tra dipinti, pale d’altare, disegni, documenti, stampe.