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18 Febbraio 2018

Modena: dalla Mutina Romana al Seicento Barocco, in mostre ed altri eventi.

Di Redazione

mostra 'da correggio a guercino'GIAN LUIGI ZUCCHINI  –  Si va a Modena, informati da una solerte agenzia, per vedere la mostra di disegni “Da Correggio al Guercino. Capolavori su carta della collezione dei duchi d’Este”

Al Palazzo dei Musei si chiede informazioni, ma nessuno sa niente. Magari, si pensa, mettere una locandina qua e là, infilare per informazione un ciclostilato da qualche parte? Nulla. Si gira per il palazzo, si entra da porte secondarie, e finalmente qualcuno ipotizza trattarsi forse di una mostra ai piani alti del Palazzo, e precisamente nell’ala denominata Galleria Estense, ricca di numerosi capolavori. Si conosce la Galleria da tempo, e si va. Finalmente si arriva in una saletta, dove sono esposte una decina di disegni. Sul momento si è delusi, ma le opere, se pur poche, consentono di essere accostate a dipinti esposti nella Galleria, e partire dal disegno per capire meglio l’esecuzione dei lavori di alcuni grande maestri del Cinque-Seicento, da Correggio, a Lelio Orsi (fantasioso e quasi surreale artista, che ben emerge dal disegno esposto), i tre Carracci (Annibale, Ludovico e Agostino) che del disegno furono maestri indiscussi (in particolare Annibale), e dai quali partì quella riforma dell’ormai estenuato manierismo per avanzare verso l’Accademia degli Incamminati, in marcia verso il futuro. Marchons era già il motto dei Carracci, a fine ‘500, non solo in pittura. Seguono lavori dello Scarsellino, di Guido Reni (immancabile in qualsiasi mostra del Seicento, in particolare emiliana) e il Guercino, che a parere ormai di molti, spicca su tutti per la finezza e la perfezione della pittura, e soprattutto per il colore, denso e folgorante di luci; e che però, anche lui, deve molto a Ludovico e ad Annibale soprattutto, i maestri.

Vista rapidamente la mostra, quasi tutti (o forse tutti) se ne vanno. Ma noi non si pensa neppure di uscire, dato che la Pinacoteca di Modena è talmente ricca di capolavori insigni che dispiace tralasciare l’occasione in più che ci è data di poter scorrere ancora una volta i dipinti che vanno da Vitale da Bologna al Settecento, passando per emblematici esempi di grande arte, come Parmigianino, Correggio, le statue del Begarelli (un grande poco ricordato, tanto da star male anche a dirlo), i grandi teleri del Veronese, i Gandolfi ed altro, altro ancora.

A Modena dunque, col pretesto di questa piccola mostra di disegni (una ‘chicchina’, si potrebbe dire), si può – anzi, si dovrebbe – vedere o rivedere con calma la Galleria Estense, per poi passare al Foro Boario, non molto lontano, dove fino all’8 aprile è allestita una bella mostra intitolata “Mutina splendidissima. La città romana e la sua eredità”, per conoscere ancor meglio questa città emiliana, e le sue antichissime origini, operosa allora come oggi e ricca di opere insigni da vedere, dalla pittura, all’architettura (non si dovrebbe trascurare la reggia di Sassuolo, fatta costruire dai duchi d’Este dopo aver lasciato Ferrara) alle fiere (nota e molto frequentata è la Fiera dell’antiquariato) ed altro ancora.

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