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20 Marzo 2017

Una donna in convento, tra arte e devozione, seguendo il Savonarola

Di Redazione

image001Alle donne artiste, e in particolare alle donne che coltivarono il loro talento creativo tra le mura conventuali, gli studi hanno dedicato crescente attenzione, specie negli ultimi vent’anni. Anche la figura di Plautilla Nelli (Firenze 1524-1588), la prima pittrice fiorentina le cui opere ai tempi di Giorgio Vasari erano disseminate nei conventi e nelle dimore dei gentiluomini fiorentini, è stata investita dall’impulso dei nuovi studi.  Per tale motivo le Gallerie degli Uffizi hanno voluto inaugurare la serie di mostre dedicate alle donne artista con una monografica sulla suora pittrice.

Entrata a quattordici anni nel convento domenicano di Santa Caterina in Cafaggio – a Firenze, in piazza San Marco -,  Plautilla, imbevuta della mistica savonaroliana, fu interprete appassionata della poetica figurativa ispirata al magistero di Savonarola nel campo delle arti e al nuovo modello disciplinato di santità  femminile. Nel monastero fiorentino ricoprì la carica di priora e fu a capo di una fiorente bottega artistica grazie alla quale numerose consorelle sue discepole contribuirono alla diffusione di immagini sacre, avvalendosi di una tecnica pittorica da vere professioniste. Intesa come parte integrante del lavoro quotidiano delle suore e approvato come regola di tutte le terziarie domenicane, la creazione di immagini sacre era valutata essenzialmente per la loro efficacia devozionale e non certo dal punto di vista dell’originalità  dello stile o della composizione. Il gusto conservatore nel campo artistico delle suore – e di Plautilla Nelli in particolare – rifletteva la scala dei valori maggiormente stimati, tra cui al sommo grado quelli che rappresentavano la continuità  della illustre tradizione artistica domenicana. L’attività  artistica del convento di Santa Caterina in Cafaggio fu destinata a soddisfare principalmente la richiesta del mercato dei parenti e clienti, ovvero di coloro i quali erano legati alla vasta rete dei conventi toscani dell’Ordine dei Predicatori. La richiesta era diffusa a tal segno da implicare la serialità , come nel caso dei quattro dipinti raffiguranti l’immagine di una santa domenicana ritratta di profilo che costituiscono il fulcro di tutta la mostra. La vendita di tali opere divenne poi fondamentale per la vita del convento di Santa Caterina all’indomani della riforma dei monasteri femminili emanata dai decreti tridentini (1566), riforma che sanciva la proibizione di ricercare beneficenze fuori delle mura conventuali. Le modifiche apportate alle iscrizioni che riportano il nome di santa Caterina da Siena distinguibili nella serie dei quattro dipinti tramandano il nome di un’altra Caterina: suor Caterina Ricci, coetanea di Plautilla e anch’ella fervente savonaroliana, suggerendo la possibilità  che in tali ritratti la Nelli volesse rappresentare la monaca santa di Prato, uguagliandola alla santa senese.

Finalmente è giunto il tempo che a Plautilla si dedichi una mostra, il tempo di riscattare la sua memoria storica e le sue opere d’arte spesso, ingiustamente, assegnate a uomini artisti: una mostra, questa di Plautilla, che apre la serie delle iniziative che le Gallerie degli Uffizi hanno in programma di realizzare ogni anno dedicate all’altra metà  del cielo, alle donne che seppero distinguersi anche nel campo delle arti.

Plautilla Nelli. Arte e devozione in convento sulle orme di Savonarola, Firenze, Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture, fino al 4 giugno.

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