di Martina Vacca – Ricordate l’ultima volta in cui avete affidato la colonna sonora delle vostre albe estive, affacciati sul mare da un terrazzo liberty bianco gesso, ad una traccia musicale downtempo e ai suoi groove?
Aggiungete a quei ritmi suoni autentici come il ticchettìo della pioggia di Seattle o il rumore della ventola a motore di una barca di New Orleans o, ancora, il vocìo di ignoti in un bar di periferia ed il mix è servito. Quel sound che assorbe come una spugna le partenze, i voli pindarici delle nostre menti, i cambiamenti, la gente, le culture e i Paesi, caratterizza “Migration”, l’ultimo album di Simon Green, in arte Bonobo, che ha portato in scena il suo nuovo lavoro musicale in anteprima in Italia il 13 marzo scorso al Fabrique di Milano, al quale seguirà la data estiva del 9 luglio nell’ambito del Locus Festival di Locorotondo, in Puglia.
Al cospetto di un pubblico internazionale, é sui brani di “Migration” che l’artista e la sua band si concentrano per gran parte del live e dopo qualche sprazzo di tracce musicali tratte dai precedenti album, rieccoci “migrare” sulle prime di note di “Break Apart” dritti al cuore dell’album o forse al cuore dell’Africa: le luci dei riflettori si spostano su Szjerdene, voce soul e anello di ricongiunzione con “Migration”.
Completamente discordante con il futurismo dell’elettronica di Simon Green, Szjerdene ci riconduce all’Africa, cordone ombelicale dell’umanità e fulcro di questo ultimo globtrottering musicale di Bonobo, che lascia per un attimo indietro l’Estremo Oriente con il quale, nei suoi primi album, aveva rispolverato il downtempo dei “Cafè del mar” del mondo e dei luoghi dell’anima di ognuno di noi.
LO STAFF
L’evento è stato promosso da Radar Concerti in collaborazione con Bass Culture ed Elita e coadiuvato, per quanto riguarda la Comunicazione, dal Management di Astarte Agency, agenzia italiana di organizzazione di eventi, tour promotion e festival musicali con sede principale a Milano.