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23 Maggio 2015

“A Pietra Lenta”

Di Redazione

Nelle Dolomiti Friulane itinerari slow, interattività e realtà virtuale aumentata sulle tracce di Mauro Corona

DolomitiFr_Grotte di Pradis_ph M.TagliaferriLa pietra come motivo di curiosità e occasione di visita della Val Vajont, fra il bellunese e le Dolomiti Friulane: pietra intesa come emergenza geologica, ma anche come elemento culturale che ha caratterizzato mestieri e abitazioni di un tempo, o ancora come attrazione per gli sportivi che si arrampicano sulle palestre di roccia. E’ questo il fil-rouge del progetto A Pietra Lenta – condotto dal GAL Alto Bellunese e Montagna Leader – che ha realizzato vari itinerari slow a cavallo fra i caratteristici borghi dolomitici di Erto (paese natale dello scrittore Mauro Corona), Casso, Cimolais e Claut e quello veneto di Longarone, da percorrersi a piedi o in auto con l’ausilio di un’apposita segnaletica e di un’agile guida corredata da una mappa dettagliata.

Una App per scoprire i luoghi di Mauro Corona

Una App, attraverso la realtà virtuale aumentata, porterà i turisti sui luoghi descritti da Mauro Corona nel libro Fantasmi di pietra. Grazie a un’analisi del testo e alla raccolta di testimonianze degli abitanti di Erto, sono stati individuati nel centro storico del paese oltre 40 punti di interesse che, se puntati con il cellulare, raccontano di storie e vite passate, fra fantasia e realtà. Muovendosi fra gli angoli più suggestivi del paese, si scopriranno le case della Maga, del pifferaio o della Madonna del Fiasco e si potranno incontrare alcuni personaggi resi celebri da noto libro di Corona, come il filosofo Celio. Sarà disponibile da luglio.Ad Erto è stata inoltre realizzata una nuova sezione del Centro Visite del Parco delle Dolomiti Friulane: attraverso video e immagini viene raccontata l’architettura dei luoghi e la vita dei cavatori a Cava Buscada. Una sala didattica consente la sperimentazioni di attività legate ai temi della geologia.

Luoghi e itinerari seguendo il fil-rouge della pietra

Di pietra tagliata a vista sono fatte le case di Erto (così come quelle di Casso, appollaiato come un nido d’aquila su un pianoro sovrastante) dall’inconsueta architetture, alte e strette, monumento nazionale: vale la pena di visitarne il centro storico, segnato in parte ancor oggi dalla ferita provocata dal disastro del Vajont. Dal paese si snodano vari itinerari che conducono a scoprire luoghi di grande suggestione di cui la pietra è incontrastata protagonista: i Libri di San Daniele (enormi lastroni rocciosi, unici nel loro genere, che sembrano pagine di volumi pietrificati, che una leggenda vuol siano stati creati dal santo protettore dei viandanti);  Cava di Buscada – da cui si estraeva il pregiato marmo Ramello rosso di Erto utilizzato in palazzi e chiese di tutt’Europa – ora Museo all’aperto dove si possono ammirare ammoniti incastonate nelle lastre tagliate dai minatori; la Falesia di Erto dove Mauro Corona ha ideato e tracciato una frequentatissima palestra di roccia; la colossale frana del Monte Toc, che il 9 ottobre 1963, piombando nella diga sottostante, ha provocato la tragedia del Vajont, in cui morirono 1910 persone.

Caratteristiche anche le architetture di Cimolais, con lo storico Palazzo Nicoli: dal paese, imboccata Val Cimoliana, si possono raggiungere la spettacolare Falesia di località Gotte e il Campanile di Val Montanaia, ardita guglia che, con i suoi 300 metri di altezza, è il simbolo delle Dolomiti Friulane. Una curiosità è la Fornace di calce di Pianpinedo, recentemente ricostruita e funzionante per dimostrazioni didattiche.

Pietra e legno caratterizzano gli edifici di Claut, la cui storia antica è ben leggibile nella Cjasa da Fum (una delle più vecchie abitazioni del paese) ed è raccontata nel Museo della Casa Clautana. l comune di Claut infine. Ad una decina di km dal paese, le Orme di dinosauro scoperte nella roccia vicino a Casera Casavento sono fra i più importanti siti fossili di dinosauri scoperti in Italia. Altri sentieri portano alla forra di Ciafurle, frequentata da sportivi per il canyoning e per la palestra di roccia, alle sorgenti del Cellina con le spettacolari “piramidi di terra”, al Landre scur, noto anche come Grotta del Bosco, esplorabile però solo da esperti speleologi.

Per informazioni: Dolomiti Friulane

tel. 0427 71775 – info@dolomitifriulane.comwww.dolomitifriulane.com

 

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