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1 Novembre 2018

Il Giappone a Bologna, nella raffinata bellezza di Hokusai e Hiroshige

Di Redazione

katsushika_hokusai_kajikazawa_nella_provincia_kai_dalla_serie_le_trentasei_vedute_del_monte_fuji_1830-31_circa_25.3_x_36.7_cm_silografia_policroma_william_sturgis_big(a cura di Gian Luigi Zucchini)

La mostra, di grande interesse, espone, per la prima volta in Italia, una selezione straordinaria di circa 250 opere provenienti dal Museum of Fine Arts di Boston, in un progetto, suddiviso in 6 sezioni tematiche, curato da Rossella Menegazzo con Sarah E. Thompson e disposto con intelligente cura scenografica e registica 

La perfezione del disegni, l’impatto estetico, la visione antropologica della vita quotidiana, la suggestione di una cultura molto lontana da quella occidentale ma con un’eleganza e una raffinatezza di costumi rara e per alcuni versi addirittura esemplare, è quanto ci viene offerto da questa mostra, che peraltro, per essere ben compresa ed apprezzata, va osservata o con una guida oppure leggendo con attenzione i cari cartigli posti all’ingresso delle varie sale. 

Prima di offrire qualche spunto informativo della mostra, desunto dalla presentazione fatta alla stampa, si ritiene utile dare qualche suggerimento per la visita:

– Soffermarsi su ogni quadro, non scorrendo affrettatamente il tutto, ma notando, in ciascuna scena, aspetti che paiono simili tra loro ma si differenziano per particolari che rendono più efficace la scena e la narrazione della stessa.

– Leggere anche alcune poesie, che commentano diversi disegni, per comprendere lo sensibilità e lo spirito giapponese.

– Informarsi sulle sezioni tematiche che si stanno visitando, anche scorrendo i titoli posti nelle sale stesse

– Nell’osservare la famosa ‘Onda’ di Hokusai, non trascurare di perlustrare attentamente, a confronto, quella di Hiroshige

– La visita delle mostra, se fatta con una certa cura e attenzione, richiede almeno due ore. Nel programmare la visita, si metta perciò in conto anche il tempo necessario. Una visita sommaria non farà apprezzare le opere nel loro significato e nella loro funzione, sia tecnica (l’arte della silografia) sia estetica e narrativa.

– Infine, chi fosse particolarmente interessato alla cultura giapponese, può trovare nel boockshop libri di scrittori giapponesi, riproduzioni d’arte, graziose borse fastosamente decorate e dipinte, e altri oggetti per piccoli regali, ecc.

(Gian Luigi Zucchini)

Gli anni trenta dell’Ottocento segnarono l’apice della produzione ukiyoe nota come “immagini del Mondo Fluttuante”. Tra i vari artisti, spiccò da subito Hokusai,  personalità fuori dalle righe che seppe rappresentare con forza, drammaticità e sinteticità insieme i luoghi e i volti, oltre che il carattere e le credenze della società del suo tempo. Con le Trentasei vedute del monte Fuji che Hokusai si affermò sul mercato delle immagini di paesaggio come grande maestro. Da allora in avanti nessun artista del Mondo Fluttuante potè esimersi dal far riferimento alla sua opera e, in particolare, a una stampa appartenente a questa serie divenuta icona dell’arte giapponese: La grande onda presso la costa di Kanagawa. Nota comunemente e semplicemente come Grande onda, questa silografia mostra il talento assoluto di Hokusai nella composizione grafica. Il monte Fuji appare piccolo e in lontananza quasi inghiottito dall’immensa onda in primo piano che si alza sfaldandosi in bianca schiuma a unghia di drago, dentro la quale alcune barche di pescatori sono in balia dei flutti. Si tratta di una raffigurazione della natura dalla forza violenta in rapporto all’uomo, ma anche sacra. Un’immagine di grande impatto universale

Più giovane di circa vent’anni rispetto a Hokusai, Hiroshige divenne un nome celebre della pittura ukiyoe poco dopo l’uscita delle Trentasei vedute del monte Fuji,  che

illustrava la grande via che collegava Edo (l’antico nome di Tokyo) a Kyoto. Si trattava delle Cinquantatre stazioni di posta del Tōkaidō, conosciute come “Hōeidō Tōkaidō Da allora l’artista lavorò ripetutamente su questo stesso soggetto, producendo decine di serie diverse fino agli anni cinquanta dell’Ottocento. La qualità delle illustrazioni di paesaggio e vedute del Giappone, la varietà degli elementi stagionali e atmosferici – nevi, piogge, nebbie, chiarori di luna – che Hiroshige seppe descrivere facendoli percepire in modo quasi sensoriale, gli valse il titolo di “maestro della pioggia e della neve”.

HOKUSAI HIROSHIGE. Oltre l’onda. Capolavori dal Boston Museum of Fine Arts, Bologna, Museo Civico Archeologico, via dell’Archiginnasio, 2, fino al 3 marzo 2019.

Catalogo Skira

Informazioni e prenotazioni: 051 5285851 –  www.oltrelonda.it  –  www.vivaticket.it

Orari: 9 – 19,30 / sabato 10 – 22 / Domenica 10 – 19,30.  / Martedì chiuso

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