Ho sempre apprezzato Oriana Fallaci come giornalista, come scrittrice, ed anche come forte polemista. Nel libro “La rabbia e l’orgoglio” (pubblicato in anteprima come lungo intervento sul Corriere della Sera”) già esprimeva idee e giudizi taglienti, senza peli sulla lingua, dicendo ciò che molti avvertivano e pensavano, ma tacevano per ignavia rifugiandosi nel ‘politicamente corretto’. Ora questo volumetto, che ha raggiunto le 100.000 copie e le sta rapidamente superando, fa sentire ancora la voce di una donna nobilmente spavalda nell’enunciare la verità e duramente incisiva nel segnalare i pericolosi equivoci e i drammi dei tempi. Questa voce, in poche frasi che emergono da una tomba come quelle che Bernanos descriveva nei ‘Grandi cimiteri sotto la luna’, ci indica drammaticamente la decadenza irreversibile dell’Occidente, come già segnalava il filosofo Del Noce nel 1971 in un volumetto rimasto, forse volutamente, pressoché sconosciuto (Ugo Spirito, Augusto Del Noce, “Tramonto o eclissi dei valori tradizionali?”), proprio per l’assenza di quei valori a cui fa riferimento Oriana, che non è solo una questione di spiritualità o di visione etica della vita, ma anche di intelligenza, di ragione, di forza e di lucidità intellettuale che si contrappone al radicalismo eversivo e all’integralismo ottuso e violento. I recenti casi di Parigi, dell’Africa, del Medio Oriente aggredito dall’Isis e di altre parti del mondo, dove questa metastasi orrenda si sta diffondendo, stanno purtroppo dando ragione ampiamente alla scrittrice, a cui, come ultima offesa, il Comune di Firenze negò il ‘Fiorino d’oro’ ed a cui Franco Zeffirelli, con grande sensibilità e intelligente affetto, donò il suo, posandolo sulla tomba di lei, a Firenze.
Gian Luigi Zucchini
“L’Occidente è malato, ha perso la voglia di lottare, oppone valori vacui di fronte all’integralismo islamico. È grasso e loro hanno fame, non ha una fede e loro hanno una fede. L’Europa si è rammollita”. Sono parole di Oriana Fallaci riportate nel libro di Riccardo Nencini Morirò in piedi, parole tristemente tornate di attualità dopo le minacce del terrorismo arabo e i tragici fatti di Parigi. La grande scrittrice e giornalista scomparsa nel 2006 aveva più volte affrontato il tema del rapporto dell’Occidente con il mondo islamico in articoli, interviste e libri, tra cui il celebre e controverso La rabbia e l’orgoglio pubblicato nel 2001 in seguito agli attentati dell’11 settembre.
Morirò in piedi, una sorta di testamento morale della Fallaci, è uscito per la prima volta nel 2007 per le edizioni Polistampa / Mauro Pagliai. Più volte ristampato, con oltre centomila copie vendute, tradotto all’estero e in attesa di una trasposizione cinematografica, il best seller è il frutto di una lunga intervista di Nencini, senatore e segretario nazionale del Psi, all’amica Oriana, che nei suoi ultimi giorni ci appare appare come sempre è stata: tagliente, austera e combattiva. Pronta a ripercorrere le sue battaglie contro il facile moralismo e il pensiero politicamente corretto a tutti i costi, come nel caso del processo subito nel 2005 per vilipendio alla religione musulmana. “La libertà, Riccardo, si è trasformata in permissivismo e se lo scrivi una manica di ‘intellettuali’ è pronta a saltarti addosso”. Il libro, un avvincente racconto in forma di cronaca, ripercorre la storia ideale della Fallaci: giornalista, scrittrice e donna che amava la libertà, la giustizia, la democrazia e che non rinunciava ad essere provocatoria di fronte alle debolezze dell’Occidente.
A Oriana è dedicato anche il lungo memoriale firmato da Umberto Cecchi, pubblicato nel 2013 sempre da Pagliai col titolo Cercami dov’è il dolore e recentemente ristampato.
Gherardo Del Lungo
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