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23 Gennaio 2014

GRANDE CULTURA A BOLOGNA? SÌ, MA PRIMA RIPULITURA PERMANENTE DI PIAZZA VERDI E DINTORNI

Di Redazione
Umberto Boccioni - Busto di signora con cappello

Umberto Boccioni – Busto di signora con cappello

di Gian Luigi Zucchini – Da qualche tempo Bologna cerca di recuperare il proprio ruolo di ‘culta civitas’, nel tempo indicata anche come ‘Bologna la dotta’, sede dall’Alma Mater Studiorum più antica d’Europa, se non del mondo, ed anche ‘Bologna la grassa’ e, col Carducci, ‘Bologna la rossa’, non tanto per il colore politico, ormai relitto pressoché archeologico, quanto per via del mattone rosso cupo, con cui erano costruite in età medievale le sue case e le sue torri, e per questo detta anche ‘la turrita’. Questi aggettivi, persisi per via soprattutto nel Novecento, in particolare dagli anni ’70 in poi, sembrano ogni tanto rifarsi vivi, e recentemente anche con cadenzata frequenza. La città ha riorganizzato da poco gli interventi culturali, e molti avvengono in coincidenza con manifestazioni importanti.

Qui si sta consolidando un articolato centro di lettura e diffusione del libro, da quello per ragazzi (Fiera del libro per ragazzi), a quello d’arte (Fierarte), ai fumetti (Bil Bol Bul), e all’arte in generale (Artefiera). E la recente scomparsa del maestro Claudio Abbado, grande direttore d’orchestra, ha dimostrato che anche nella musica ci sono in città eccellenze e impegno, come per esempio l’orchestra dei giovani, oltre ai tantissimi concerti, molti anche gratuiti.  Cominciano ad infittirsi pure le mostre d’arte, e di questo appunto ora vogliamo in breve parlare, non prima però di aver posto un consistente paletto a queste effusioni forse un po’ troppo laudative. Occorre che la scena culturale sia radicalmente ripulita da sozzure indegnissime e incivilissime, che hanno il loro centro nella piazza intitolata a Giuseppe Verdi, a ridosso di una piazzetta intitolata al musicista bolognese Ottorino Respighi, davanti al teatro Comunale (ora decorosamente ripulito per l’ennesima volta), nella Facoltà di Lettere, già sede d’insegnamento di Giosuè Carducci e di Giovanni Pascoli, nel cinquecentesco Palazzo Poggi, sede di ricchissimi musei universitari di secolare memoria, e così via. Finché tale cancro non sarà estirpato, la metastasi, diffondendosi nelle antiche vie circostanti, soffocherà di putridume e di imbecillità ideologica questa città, che agli occhi di molti forestieri pare addirittura magnifica e ricca di cultura e di storia. Detto questo, vediamo alcuni eventi allestiti in occasione di Artefiera, che riguardano la pittura. In moltissime sedi sono presenti opere di artisti contemporanei, molti giovani o giovanissimi; ma gli eventi che si segnalano per una conoscenza ed un approfondimento dell’arte più antica e consolidata sono soprattutto i seguenti:

“L’Ottocento a Bologna nelle collezioni del MAMbo e della Pinacoteca Nazionale”: 90 dipinti di artisti bolognesi o che hanno operato a Bologna, estratti da depositi della Pinacoteca e del MAMbo e portati alla luce: tutti scarsamente noti, molti sconosciuti e mai visti, ma tutti di alta dignità e non pochi di forte valore artistico. Molti nomi sono pressoché sconosciuti al grande pubblico, altri più noti, ma credo che per tutti sarà una scoperta vedere questa suggestiva rassegna. Non può essere dimenticato il fatto che da non molto l’Ottocento italiano è oggetto di più accurati studi e ricerche, che rilevano via via spunti di ricchezza e di valore artistico, culturale, antropologico e storico prima sottaciuti o addirittura non segnalati, che adombrano i giudizi non del tutto positivi che di questo periodo diede, tra gli altri, il grande Roberto Longhi.
Mostra a ingresso gratuito presso la Pinacoteca Nazionale, fino al 27 aprile

“L’eredità dei Bastardini: dall’assistenza all’arte. Opere scelte dal patrimonio della Provincia di Bologna”. Estesa rassegna, allestita in Palazzo Pepoli Campogrande, via Castiglione, 7 con dipinti di maestri grandi ed  altri meno noti, e tuttavia discretamente collocati tra il 1300 e il 1800; diversi eseguiti soprattutto tra fine Cinquecento e il Seicento, secolo che vide Bologna porsi come centro vivace dell’arte, tanto che richieste di dipinti bolognesi provenivano dalle più importanti corti europee, prima tra tutte Versailles con re Luigi XIV; dipinti ancor oggi in degnissima vista nella Grand-Galerie del Louvre a Parigi. Interessante il medagliere, che raccoglie oggetti lasciati tra le fasce dei neonati abbandonati.
Mostra gratuita aperta fino al 2 marzo.

“Antico e moderno. Acquisizioni e donazioni per la storia di Bologna: il Novecento

In mostra, parte delle opere acquistate dalla Fondazione Cassa di Risparmio, in collegamento con Genus Bononiae, un centro importante di promozione e diffusione culturale, che ha donato alla città il grande “Museo della città”, ed altri luoghi di prestigio, attentamente restaurati e resi fruibili per concerti, visite, mostre, conferenze, ecc. La mostra, allestita presso Casa Saraceni, via Farini, 15, presenta opere, tra gli altri, di Alberto Viani, Luciano Minguzzi, Pirro Cuniberti, Germano Sartelli, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Enzo Cucchi, Piero Manai, fino agli ultimissimi, tra cui Nicola Samorì.

Mostra gratuita aperta fino all’1 giugno

“Mario de Maria (Marius Pictor. Il pittore delle lune – 1852 – 1924, presso Palazzo d’Accursio, in piazza Maggiore, 6

Artista che ha sviluppato una pittura di idee, di matrice simbolista, ben radicato tuttavia nella visione del reale. Per aver dipinto molti quadri notturni, con luci lunari, Gabriele D’Annunzio, di cui era amico, lo definì “Marius delle lune”.

Mostra gratuita aperta fino al 9 febbraio

Infine, al MAMBO, Museo d’Arte Moderna di Bologna, è visibile l’importante mostra “La grande magia. Opere scelte dalla Collezione UniCredit”, con opere di noti autori contemporanei e non, a cominciare da Dosso Dossi, artista ferrarese del Cinquecento, poi, via via, fino a Klimt, De Chirico, Léger, Richter, Yves Klein, Candida Höfer, Giuseppe Penone, ecc. Nel Museo è presente pure la Collezione Giorgio Morandi, la più ricca di opere del maestro bolognese, già nel Museo Morandi e ora qui collocata, in una sede di grande impatto scenico e visivo e in un’area opportunamente e ampiamente rivalutata, tra verde, giardini, antichi edifici e spazi d’acqua.
Mostra aperta fino al 16 febbraio

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