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25 Aprile 2020

Multitasking? No, grazie. L’imperfezione che conduce alla felicità

Di Redazione

Non soltanto un libro da leggere, ma un vero e proprio manuale da tenere sempre con sé. Con Multitasking? No, grazie – Da perfetta tuttofare a felice imperfetta (Hoepli, 2020), l’autrice Chiara Cecutti (foto a sinistra), Inspirational e motivational speaker, esperta in leadership al femminile, analizza con stile brillante l’annosa questione dell’agire in “multitasking”, virtù spesso ritenuta esclusivo patrimonio femminile.
Alzi la mano chi, tra le signore, non ha pensato almeno una volta nella vita che gli uomini sono dotati di poche (scarsissime) attitudini alla pluriprogrammazione contemporanea delle attività. Che poi, a ben guardare, il cavallo di battaglia del multitasking andrebbe piuttosto letto in chiave etimologica, dove multi sta per TANTI, MOLTEPLICI, e tasking (da task) ASSEGNARE UN COMPITO. Ciò dunque significa, molto semplicemente, che le donne si crogiolano nella attitudine di saper(si) assegnare tante, troppe incombenze. Sono quindi delle Wonder Woman, o sono semplicemente più furbi loro (gli uomini)?
Le donne sono geneticamente meglio programmate (grazie ad una sorta di ereditarietà atavica indistruttibile e irrinunciabile), o forse in realtà genetica e DNA non c’entrano assolutamente nulla?
Secondo quanto afferma l’autrice Chiara Cecutti, in realtà questa famigerata capacità al multitasking femminile è solo ed unicamente un fattore di derivazione culturale. Un elemento che arriva però da molto lontano ed è, purtroppo, profondamente radicato nel pensiero e nel (mal)costume comune. Ecco quindi che è “normale” che la donna mixi sapientemente impegni di lavoro, cucina, cura dei figli, pulizie in casa e tanto altro ancora, mentre l’uomo, a fronte del suo sbandierato “monotasking”, è quasi giustificato a fare un’unica cosa per volta.

Multitasking, no grazie

La copertina del libro Multitasking? No grazie

Ciò che emerge dal libro – arricchito dalle illustrazioni di Elena Triolo e dalla prefazione della giornalista Annalisa Costantino – è che più che di multitasking sia corretto parlare di task-switching, ovvero la capacità di balzare da un compito all’altro con la stessa nonchalance con la quale i trapezisti si lanciano da un lato all’altro del circo, senza reti di protezione e sprezzanti del pericolo. Quel pericolo che, per le donne, spesso significa fatica, stress, insoddisfazione, frustrazione per una realtà in cui si muovono benissimo, ma che non significa sia la dimensione reale. O, quantomeno, la dimensione che più le soddisfa. Ed ecco dunque che il libro Multitasking? No, grazie fornisce ottimi spunti su come superare l’impasse, imparare a dire qualche NO di più, cambiare quel ménage familiare che porta le donne a sovraccaricarsi di lavoro anche quando, diciamola tutta, non è davvero indispensabile.
Il segreto, secondo l’autrice, è imparare a guardare con attenzione dentro di sé, maturando quella consapevolezza necessaria che permetta così di ridimensionare i carichi di lavoro, imparare a stabilire quali siano le priorità, comprendere che delegare alcuni compiti è una scelta saggia (anche di sopravvivenza). E, cosa ancora più importante, Chiara Cecutti fa capire che essere imperfette, ma felici è senza dubbio meglio che arrancare nel multitasking da infelici.

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