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27 Gennaio 2014

Una sosta a Sciacca: tra i suoni e le usanze del carnevale più antico della Sicilia

Di Redazione
Carnevale di Sciacca. Foto di Stefano Siracusa

Carnevale di Sciacca. Foto di Stefano Siracusa

Di Maddalena Baldini – Non c’è nulla di più divertente che organizzare un viaggio nella bella Sicilia, magari nell’affascinante provincia di Agrigento dove, tra arte, archeologia e tradizioni non ci si sazia mai. È il territorio dell’incantevole Valle dei Templi, dove il tempo sembra essersi fermato tra i resti di un’antica e imponente civiltà e i rami fioriti dei mandorli. Meta ambita, battuta da migliaia di turisti che, da ogni parte del mondo, fanno sosta tra colonne e architetture dedicate agli antichi dei pagani. Meraviglia e stupore si mescolano in un turbinio di sensazioni ataviche e voglia di calpestare i sentieri e i lastricati della storia ma, dopo aver vagato con la mente tra ricordi di scuola, c’immergiamo in un ambiente diverso fatto in questo periodo dell’anno di suoni, colori e divertimento.

Siamo a Sciacca, un comune dell’agrigentino di circa 40 mila abitanti e godiamo completamente delle eccitanti atmosfere del suo carnevale, conosciuto in tutta Italia. Una storica e consolidata manifestazione che si snoda tra le vie della cittadina dalla fine del 1800 anche se, le sue origini, sembrano essere ancora più antiche. Un mix di tradizioni locali che fanno da cornice alla voglia di divertirsi tra canti, balli, musiche e cibi succulenti. Il filo conduttore è lo stesso di molte altre città italiane, nelle quali il carnevale è nato come momento di “sfogo” di libertà piena da parte della popolazione ma qui, a Sciacca, il gusto pare diverso. Chissà, forse le tradizioni dell’isola, il sole, il mare regalano un tocco in più. Si discute e si ride con Peppe Nappa, maschera e personaggio tipico dell’intera festa al quale, in occasione dell’apertura ufficiale del carnevale, viene consegnata simbolicamente la chiave della città. Una curiosa mascotte, vestita con un buffo abito verde, arrivata nel porto di Sciacca, secondo la tradizione, il giovedì grasso. Una vita breve quella di Peppe visto che, alla fine, è bruciato nella piazza principale ma decisamente intesa e piena, tra sfilate allegoriche e carri che riempiono la cittadina di allegria e frastuono. Fame e sete sono colmate distribuendo salsicce alla brace e buon vino in un turbinio di canti provocatori (rigorosamente in siciliano) e di balli in strada. La satira la fa da padrona soprattutto nella realizzazione dei carri allegorici che vengono poi scelti e premiati con un regolare concorso: ogni associazione che fa capo all’organizzazione della festa presenta un progetto con i temi più disparati, anche se si legano, per la maggiore, alla beffa della politica nazionale o regionale. Alla fine la giuria proclamerà il vincitore eletto seguendo alcuni parametri come gli inni e le colonne sonore studiate ad hoc, i movimenti dei carri, la qualità della fattura. Insomma, tutto deve essere frutto di cura e di attenzione. Un appuntamento da non perdere tra il folclore e la meraviglia di una terra che profuma di allegra serenità, dal 1 al 4 marzo.  www.sciaccarnevale.it

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