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6 Ottobre 2015

Alla scoperta dell’apiario Borgoluce con l’apicoltore  Andrea Paternoster  e la “Danza delle api” 

Di Redazione

Andrea Paternoster_visita apiario Borgoluce 1Le api suggono piccole gocce di nettare da sei milioni di fiori che si traducono in sei milioni di tocchi sul territorio. Questa è la danza delle api,  necessaria per ottenere un chilogrammo di miele.

L’apiario Borgoluce nasce in collina qualche anno fa,  con la fondamentale collaborazione di Andrea Paternoster, per valorizzare la straordinaria biodiversità del patrimonio ambientale dell’azienda agricola di Susegana: è situato in posizione baricentrica nella proprietà, così che l’orografia, il suolo e la botanica locale determinano la qualità del miele.

Sono circa 40 le arnie collocate in un’area naturalmente protetta ed incontaminata della tenuta, una sorta di nursery per le colonie d’api, in quanto il luogo designato offre fioriture scalari, dovute ad esposizioni diverse, e grande disponibilità d’acqua.

All’interno della tenuta  vi sono circa 250 ettari di bosco misto, con predominanza di robinia pseudo-acacia, alternati a vigneti e a prati per il pascolo degli animali.

L’incontro tra Andrea Paternoster e la proprietà dell’azienda Borgoluce è un incontro tra filosofie aziendali ed approccio alla natura e all’agricoltura volto alla sostenibilità ambientale.

“Dal punto di vista personale questa migrazione ad est mi ha raccontato la vicinanza tra aziende, mi ha confortato nell’idea che rimanere produttori, stabilmente connessi alla terra è possibile e gratificante ma soprattutto mi dà la possibilità, ancora una volta, di raccontare la storia fantastica delle api e dei loro prodotti. Inoltre, mi piace pensare che apiari situati in zone di pascolo sono la rappresentazione concreta dell’equilibrio e la reciprocità tra animali: le api fecondano i fiori delle foraggere che alimenteranno i bovini e questi ultimi attraverso il pascolo riescono ad influenzare la presenza e la densità floreale di un luogo” dichiara Andrea Paternoster.

La presenza di un apiario in azienda è la naturale conseguenza  della diversificazione colturale che da sempre attuiamo grazie alla biodiversità del nostro ambiente. La presenza delle api nel contesto della tenuta è per noi fonte di grande soddisfazione, in quanto questo prezioso insetto è un indicatore biologico dello stato di salute di un territorio. Le api vivono e danno il meglio della produzione in luoghi incontaminati e ricchi di molte varietà di fiori” afferma Ninni Collalto.

L’associazione gastronomica dei prodotti ottenuti, miele di Acacia, Millefiori e Melata di Bosco, con i formaggi Borgoluce da latte di bufala, non nasce quindi nel piatto ma in campagna ed è da considerarsi una sorta di abbraccio olistico tra animali, piante e territorio.

Da un lato il miele, che rappresenta come un’istantanea, un immagine digitale con sei milioni di pixel floreali, fatti di colore aroma e profumo e, dall’altro, i formaggi di latte di bufala, freschissimi, ottenuti e lavorati quotidianamente dal latte proveniente dalla stalla di bufale e che Borgoluce propone insieme ad altri prodotti nei propri negozi aziendali.

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