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30 Gennaio 2024

PIWI Italia, è nata l’associazione dei vini resistenti

Di Redazione
PIWI Italia

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Nasce l’associazione PIWI Italia per rappresentare e promuovere i produttori di vini che coltivano varietà resistenti (in apertura immagine di repertorio, ph. Marco Giovenco). Si tratta di una rivoluzione sostenibile nei vigneti, perché le viti PIWI (dal tedesco “pilzwiderstandsfähig“, ovvero viti resistenti ai funghi) sono incroci naturali tra vinifere europee e altre vitis di origini americane e/o asiatiche portatrici dei geni della resistenza. Sono dunque piante in grado di difendersi da sole dalle principali malattie della vite. Questo significa maggior eco-compatibilità con l’ambiente circostante, maggior tutela della salute del consumatore, miglioramento della qualità di vita di chi lavora in vigna e di chi abita intorno al vigneto e consuma vino.

PIWI Italia, la firma del neopresidente Marco Stefanini

PIWI Italia, la firma del neopresidente Marco Stefanini

PIWI Italia, verso la prima assemblea

Dopo la firma dello statuto durante l’evento nazionale Vini PIWI a Venezia all’Hotel Carlton on the Gran Canal di Venezia, l’associazione PIWI Italia terrà la sua prima assemblea in primavera. L’atto costitutivo è stato registrato il 12 gennaio scorso all’Agenzia delle Entrate e la sede è presso la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (TN).
Alla presidenza è stato indicato Marco Stefanini, responsabile dell’Unità di Genetica e Miglioramento Genetico della Vite presso il Centro di Ricerca ed Innovazione della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (TN). Il vice presidente è Riccardo Velasco, direttore del Centro di Ricerca in Viticoltura ed Enologia (CREA-VE) di Conegliano. Le due nomine rappresentano il trait d’union tra due tra i più importanti istituti di ricerca presenti nel nostro Paese e questo binomio rafforza la mission di PIWI Italia in quanto la ricerca per il miglioramento genetico, inserendo i geni della resistenza nelle varietà di vite da vino, apre nuovi e importanti scenari per la viticoltura italiana.

PIWI Italia

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Obiettivi ambiziosi

«Gli obiettivi della nuova associazione – spiega il neo presidente di PIWI Italia Marco Stefanini – sono di far conoscere ed ampliare la conoscenza delle varietà resistenti e far pressione, anche a livello politico, affinché altre regioni le autorizzino nel rispetto delle peculiarità regionali. Sicuramente l’impiego di varietà resistenti rende la pratica agronomica più sostenibile dato che le resistenze sono di tipo naturale. Quello che cerchiamo di sviluppare a livello scientifico è una maggiore variabilità. Sono iscritte nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite circa 600 varietà di Vitis vinifera, le 36 Varietà Resistenti attualmente presenti nel Registro Nazionale non possono sostituire 600 genotipi. La nostra attività di ricerca avrà proprio lo scopo di mettere a disposizione dei viticoltori un numero sempre maggiore di varietà resistenti per poter valorizzare al meglio il proprio territorio con quelle più adatte».

Un fenomeno in rapido sviluppo a livello europeo

I vini PIWI sono un fenomeno che sta crescendo in tutta Europa in dimensioni e qualità ed è sempre più presente nelle kermesse internazionali. Ora anche in Italia grazie alla neonata associazione che raggruppa tutti i produttori di varietà resistenti del territorio nazionale. «È un momento storico per la viticoltura italiana – precisa Stefanini -. Chiunque inizi a piantare varietà resistenti può iscriversi all’associazione che di fatto conta ormai più di 250 produttori italiani». Il nostro Paese ha avuto un percorso diverso dagli altri Stati europei perché l’impiego delle varietà resistenti nei vigneti non sono state autorizzate a livello nazionale. L’Italia ha delegato le regioni e alcune, come il Veneto, si sono subito adoperate per mettere a dimora questi vigneti. Hanno poi dato l’autorizzazione ai viticoltori di piantare le varietà PIWI: il Trentino, l’Alto Adige, la Lombardia, il Friuli-Venezia Giulia, il Piemonte (le regioni fondatrici insieme al Veneto), l’Emilia Romagna, le Marche, l’Abruzzo, il Lazio e la Campania. In termini di numeri il Veneto è la regione che la fa da padrone seguita dal Friuli-Venezia Giulia, ma con la metà delle varietà autorizzate rispetto al Veneto.

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Vini PIWI a Venezia, all’Hotel Carlton, in occasione della firma di PIWI Italia

I soci fondatori di PIWI Italia

Alla nascita di PIWI Italia hanno partecipato tutti i presidenti delle associazioni PIWI regionali esistenti: Daniele Piccinin dell’Azienda Agricola Le Carline di Pramaggiore (Ve) per il Veneto, Thomas Niedermayr della tenuta Hof Gandberg di Appiano sulla Strada del Vino per l’Alto Adige, Antonio Gottardi della Cantina La-Vis e Valle di Cembra per il Trentino, Stefano Gri della Cantina Trezero di Valvasone (Pn) per il Friuli Venezia Giulia, Alessandro Sala di Nove Lune di Cenate Sopra (Bg) per la Lombardia e PierGuido Ceste dell’omonima azienda di Govone (Cn) per il Piemonte.

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