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10 Gennaio 2016

Alla scoperta della Sabina

Di Redazione

Tivoli_Villa Adriana copiaOlio Extravergine di olivo Sabina Dop

La Sabina, con le sue verdi colline, il suo territorio abbondante d’acqua, si presenta con un paesaggio punteggiato da ulivi secolari, querce maestose e filari di viti. Un paesaggio rimasto immutato nel corso del tempo, a pochi chilometri da Roma, che conserva nei suoi borghi medievali, nella sua Valle Santa, nelle Ville romane, tracce tangibili di un importante passato. Il nome Sabina è da sempre profondamente connesso con l’olio e l’olivo. Testimonianze millenarie parlano della storia di questo prodotto tra Rieti e Roma, che ancora oggi presenta uno tra i più bei paesaggi olivicoli del nostro Paese. Ma non è solo il paesaggio ad attirare visitatori: l’arte, i luoghi della fede, i cammini della spiritualità uniti ad un’offerta enogastronomica di incomparabile pregio fanno del territorio sabino un distretto turistico di grande fascino.

La coltivazione la produzione di olio in Sabina risale a oltre 2000 anni fa, come testimonia la presenza, poco lontano dall’abbazia di Farfa, dell’olivo più antico d’Europa. In realtà, tutto il territorio è disseminato di frantoi e oliveti, quasi a testimoniare  la rilevanza socio-culturale ed economica che ha assunto per la Sabina. L’olio extravergine di oliva della Sabina ha ottenuto il riconoscimento DOP con Regolamento (CE) n. 1263/96. Da disciplinare, le olive devono essere prodotte nel territorio della Sabina ad est del fiume Tevere, in ben 12 comuni della provincia di Roma e 34 della provincia di Rieti. L’olio può essere ottenuto dalla varietà Carboncella, Leccino, Raja, Frantoio, Moraiolo, Olivastrone, Salviana, Olivago, Rosciola per almeno il 75%. La raccolta rigorosamente a mano, consente di trasportare al frantoio le olive che, sottoposte preventivamente al lavaggio in acqua corrente, vengono molite – entro le 24 ore successive attraverso processi meccanici e fisici atti a produrre oli che presentino le caratteristiche peculiari originarie del frutto. Di colore giallo – che si arricchisce di sfumature tendenti al verde quando è molto fresco – ha un odore fruttato e sapore vellutato, aromatico, dolce e uniforme. E’ più amaro quando è molto giovane. Ha un’acidità massima totale, espressa in acido oleico, non superiore a 0,6 g per 100 g di olio.

Territorio

Colline dapprima dolci, cosparse di vigneti e uliveti, poi pian piano cime più aspre ed elevate delineano il paesaggio della Sabina che si estende  a nord est di Roma tra questa provincia e quella di Rieti. La Via Salaria, ben poco diversa dall’antica consolare romana che da Roma si inoltrava fino a raggiungere gli Appennini, è solo un esempio del patrimonio storico che questa terra, frutto di storia antica, ancora oggi custodisce: resti archeologici, borghi immersi nel verde, monumentali castelli, chiese, santuari e abbazie. Un patrimonio che potrà essere scoperto seguendo l’itinerario che ha inizio da Villa Adriana e Tivoli con la storia del grande imperatore Adriano e conduce verso nord est alla scoperta dei borghi di Nerola e Palombara Sabina fino alla pregevole Abbazia di Farfa e a Castelnuovo di Farfa. Filo conduttore di tutto il viaggio, gli olivi e l’olio d’oliva di cui Columella e Orazio già esaltavano le preziose qualità. Da Roma si raggiunge agevolmente la cittadina di Guidonia che riserva agli amanti della natura la visita al Parco Archeologico dell’Inviolata, istituito nel 1996, con l’obiettivo di conservare un tratto della Campagna Romana, coltivazioni agricole pregiate e attività pastorali  della tradizione, insieme ad interessanti macchie residue, reperti archeologici di ville patrizie e resti medievali e preistorici. Al suo interno, tra le aree residue della macchia mediterranea e le distese d’olivi, sono incastonati gioielli quali la chiesa rupestre d’epoca medievale ed i resti di numerose villae rusticae.

Poco lontano si raggiunge il sito archeologico di Villa Adriana, complesso architettonico di rara bellezza, che racchiude in sé lo spirito del suo committente e creatore, l’imperatore Adriano, che volle raccogliere in una villa suburbana i monumenti da lui più amati della romanità e della Grecia, quali il Pècile, il Canopo ed il sorprendente Teatro Marittimo. Villa Adriana è stata dichiarata nel 1999 Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, così come la vicina Villa d’Este, capolavoro del giardino italiano che con un’impressionante concentrazione di fontane, ninfei, grotte, giochi d’acqua e musiche idrauliche costituisce un modello più volte emulato nei giardini europei del manierismo e del barocco.

L’itinerario si addentra quindi nel tipico paesaggio agricolo, dominato dalle forme e dai colori dell’olivo della Sabina romana per raggiungere Palombara Sabina. La cittadina, che sorge ai piedi del Monte Gennaro, nel Parco dei Monti Lucretili, è un borgo dal tipico tessuto medievale che sale a spirale verso il Castello, fatto edificare dalla famiglia Savelli. Il Castello, che ha subito nel corso dei secoli molte trasformazioni, ha una storia legata indissolubilmente alle casate baronali romane, quali i Savelli e gli Orsini, e a personaggi celebri, come l’antipapa Innocenzo che qui fu arrestato nel 1111 o Benvenuto Cellini che quattro secoli più tardi vi trovò rifugio o persino i Templari  che qui nel 1300, sotto il papato di Bonifacio VIII, furono processati dal Tribunale Ecclesiastico.

Anche Nerola, al pari di Palombara, è dominato dalla mole di un castello, che completamente restaurato è sede di convegni ed eventi. Costruito nel X sec, dai Crescenzi Stefaniani, signori di Palestrina, il Castello Orsini si contraddistingue per la sua pietra grigio-bianca che domina dall’alto il panorama di tortuosi vicoli.

Nel territorio dell’alta Sabina, dopo i suggestivi borghi di Poggio Moiano e Poggio San Lorenzo, si giunge a Fara Sabina, un borgo dal fascino medievale. La storia del paese di Fara e della sua Rocca è strettamente collegata con quella della vicina Abbazia di Farfa. Il centro religioso, fondato nel VI secolo, fu uno dei maggiori poli culturali e politici del Medioevo. Persino l’Imperatore Carlo Magno vi soggiornò durante il suo viaggio a Roma per scrivere l’investitura imperiale del Papa e nel 775 gli concesse il privilegio dell’autonomia da ogni potere civile e religioso, che permise all’Abbazia di svilupparsi ed arricchirsi di nuovi possedimenti, e di diventare una delle più importanti e potenti dell’Italia Centrale. Si presenta oggi racchiusa entro una cinta muraria fortificata con un piccolo borgo medievale, con caratteristici palazzetti quattrocenteschi e cinquecenteschi, ed interessanti chiese come la Collegiata dedicata a S. Antonino.

Merita senza dubbio una visita anche Castelnuovo di Farfa, sito tra il fiume Farfa ed il torrente Riana, nato probabilmente come presidio fortificato dell’Abbazia. Il borgo mantiene inalterato il suo carattere medievale. Da vedere due palazzi di notevole interesse: Palazzo Simonetti e il Palazzo Perelli, che ospita attualmente il Museo dell’Olio della Sabina.

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