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8 Gennaio 2024

Pompei, dai nuovi scavi emerge un forno-prigione

Di Marco Giovenco
Pompei_Natura Morta_scavi regio IX_ph. Parco-archeologico di Pompei

Pompei_Natura Morta_scavi regio IX_ph. Parco-archeologico di Pompei

A Pompei hanno appena aperto alle visite i nuovi scavi della Regio IX (in apertura, ph. Parco Archeologico di Pompei). Un cantiere in movimento che si sviluppa in uno dei nove quartieri in cui è suddiviso il sito, in un’area estesa per circa 3.200 mq, quasi un intero isolato della città antica sepolta nel 79 d.C. dal Vesuvio.
Il progetto si inserisce in un più ampio approccio che ha anche l’obiettivo di risolvere i problemi idrogeologici e conservativi dei fronti di scavo, ovvero il confine tra la parte scavata e quella inesplorata della città antica. Basti pensare che quest’ultima ammonta a circa 22 ettari di isolati e case ancora sepolti sotto lapilli e cenere, quasi un terzo dell’abitato antico.

Pompei, tante sorprese dalla Regio IX

Lo scavo in quest’area della Regio IX, lungo via di Nola, fu iniziato nel 1888 ma ben presto interrotto. Dopo più di un secolo è stato ripreso restituendo due case ad atrio, già parzialmente indagate nell’800, costruite in età Sannitica e trasformate nel I secolo d.C. in officine produttive. Si tratta di una fullonica (lavanderia) impiantata nell’atrio dell’abitazione al civico 2, con banconi da lavoro e vasche per il lavaggio e la tintura degli abiti e di un panificio con il forno, con gli spazi per le macine e gli ambienti per la lavorazione dei prodotti alimentari da distribuire in città.

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Pompei_Regio IX, il panificio-prigione. Ph. Parco archeologico di Pompei

Un panificio-prigione: Pompei rivela anche un crudo passato

Persone ridotte in schiavitù e asini rinchiusi e sfruttati per macinare il grano necessario a produrre il pane. Dagli scavi della Regio IX, insula 10, è emerso un panificio-prigione: un ambiente angusto e senza affaccio esterno, con piccole finestre con grate in ferro per il passaggio della luce. E nel pavimento intagli per coordinare il movimento degli animali, costretti a girare per ore con occhi bendati.
Le indagini hanno restituito una casa in corso di ristrutturazione. Un’abitazione suddivisa – come spesso avviene – in un settore residenziale decorato con raffinati affreschi di IV stile, e un quartiere produttivo destinato in questo caso alla panificazione. In uno degli ambienti del panificio, erano già emerse nei mesi scorsi tre vittime, a conferma che nonostante la ristrutturazione in corso, la dimora fosse tutt’altro che disabitata.
In questi ultimi ambienti sono affiorati i resti ossei di tre vittime dell’eruzione, tre pompeiani che si erano rifugiati in cerca della salvezza e che hanno invece trovato la morte sotto i crolli dei solai. Una serie di osservazioni ha dimostrato che le persone impiegate nei lavori, così come gli asini usati per macinare il grano necessario a produrre il pane, fossero rinchiusi e sfruttati in condizioni di schiavitù.

Pompei_Mulino ricostruzione_Ph credit Peter Connolly

Pompei_Mulino ricostruzione_Ph credit Peter Connolly

Una fotografia/testimonianza del lavoro massacrante a cui erano sottoposti uomini, donne e animali negli antichi mulini-panifici. Lo scrittore Apuleio, vissuto nel II secolo d.C., nelle Metamorfosi IX 11-13 racconta l’esperienza del protagonista Lucio trasformato in asino e venduto a un mugnaio, evidentemente sulla base di una conoscenza diretta di contesti simili.
«Si tratta di uno spazio in cui dobbiamo immaginare la presenza di persone di status servile di cui il proprietario sentiva il bisogno di limitare la libertà di movimento – osserva il Direttore Gabriel Zuchtriegel -. È il lato più sconvolgente della schiavitù antica, quello privo di rapporti di fiducia e promesse di manomissione, dove ci si riduceva alla bruta violenza, impressione che è pienamente confermata dalla chiusura delle poche finestre con grate di ferro. Le fonti iconografiche e letterarie, in particolare i rilievi della tomba di Eurysaces a Roma, suggeriscono che di norma una macina fosse movimentata da una coppia composta da un asino e uno schiavo. Quest’ultimo, oltre a spingere la mola, aveva il compito di incitare l’animale e monitorare il processo di macinatura, aggiungere del grano e prelevare la farina».

Pompei_Natura morta Regio IX_ph. Parco-archeologico di Pompei

Pompei_Natura morta Regio IX_ph. Parco archeologico di Pompei

Pompei e quella curiosa “pizza”

Su una delle pareti dell’atrio è emerso l’affresco di una natura morta che ricorda la “pizza” dei nostri giorni: una focaccia piatta che funge da supporto per frutti vari (individuabili un melograno e forse un dattero), condita con spezie o forse piuttosto con un tipo di pesto (moretum in latino), indicato da puntini color giallastro e ocra. Sullo stesso vassoio, frutta secca e una ghirlanda di corbezzoli gialli, accanto a datteri e melograni. Si tratta di un genere di immagini, noto in antico con il nome xenia, che prendeva spunto dai “doni ospitali” che si offrivano agli ospiti secondo una tradizione greca, risalente al periodo ellenistico (III-I secolo a.C.).

Pompei_Affresco con disegni geometrici

Pompei_Affresco con disegni geometrici

Visite su prenotazione

Gli scavi nell’area vanno avanti da diversi mesi e tutti i giorni (fino al 30 aprile) dal lunedì al venerdì alle 11 è possibile – previa prenotazione al numero 327.2716666 (dalle 9.30 alle 13.30) – accedere in gruppi di 15 persone all’area, accompagnati dal personale di cantiere che in circa 45 minuti illustra i principali rinvenimenti e ambienti emersi e la metodologia di scavo. Le visite, effettuate dal personale impegnato nel cantiere sono incentrate sull’illustrazione degli ambienti emersi e sulle attività in corso, con particolare attenzione agli aspetti delle metodologie di lavoro degli archeologi e dei restauratori e sulle tecniche di indagine, volte al recupero integrale del potenziale informativo della stratigrafia anche grazie all’applicazione di indagini scientifiche multidisciplinari.
Info e punto di incontro: Via di Nola (angolo nord ovest dell’Insula 10 della Regio IX, fra via di Nola e Vicolo dei Gladiatori.)

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